Nota sul congresso EURETINA 2015

Nota sul congresso EURETINA 2015

Dal 17 al 20 settembre si è tenuto a Nizza il il 15° Euretina Congress a cui hanno partecipato specialisti europei di retina medica e chirurgica, offrendo un aggiornamento sullo stato della ricerca e della clinica in queste subspecialità dell’oftalmologia.

Uno degli argomenti di attualità: l’Angio-OCT

E’ una nuova applicazione della tecnologia OCT che consente di eseguire un esame angiografico retinocoroideale senza la necessità di iniezione in vena di coloranti. Si basa sul rilievo del movimento del flusso ematico che viene convertito in segnale di intensità nella tomografia.                                                                                      

Questo esame può favorire il riconoscimento precoce della complicanza neovascolare nella degenerazione maculare legata all’età, la classificazione della stessa neovascolarizzazione, la rilevazione di neovasi nella corioretinopatia sierosa centrale cronica.                                                                                                                 Con l’angiografia OCT si evidenzia nei dettagli la rete capillare retinica perifoveale. Se ne può distinguere il plesso profondo dalla rete superficiale, cosa che non è possibile con la fluorangiografia tradizionale. Si rilevano così tra l’altro le fini alterazioni (difetti di perfusione, microaneurismi) che nella retinopatia diabetica possono interessare questo importante distretto vascolare e che sono alla base dell’edema maculare diabetico.

Angio-OCT

 

Nota della Dottoressa Caterina Musso, Genova

Il programma dell’edizione 2015 di Euretina, come sempre, è risultato molto vasto, con relazioni inerenti le evoluzioni terapeutiche mediche e chirurgiche di un’ampia gamma di patologie del segmento posteriore dell’occhio.

In particolare mi ha colpito la relazione di un gruppo di ricercatori di Oxford impegnati nella studio di una terapia genica per la coroideremia.

Si tratta di una malattia genetica rara dovuta al difetto di un singolo gene, abitualmente ad insorgenza giovanile, che causa un progressivo deficit visivo con gravi ricadute sull’autonomia di vita dei pazienti spesso ancora impegnati in attività produttive; finora non esisteva alcuna opzione terapeutica efficace.

La terapia proposta si basa sull’inclusione nel genona di un ceppo virale della forma normale del gene che risulta difettoso nella patologia in oggetto; una volta ottenuta una coltura ad alta densità dei virus ne viene iniettata una piccola quantità nello spazio sottoretinico.

La terapia è stata, per ora, somministrata nell’occhio più compromesso di un numero limitato di pazienti di varie fasce di età; i risultati del follow-up a 2 anni hanno evidenziato in media un recupero visivo di alcune lettere dell’ottotipo, con mantenimento del vantaggio nel tempo.

E’ un risultato iniziale, che però alimenta un’effettiva speranza nella possibilità di contrastare i danni anatonici e funzionali di patologie genetiche finora considerate inesorabilmente progressive.